mercoledì 2 luglio 2014

Perchè questo blog

No Taxation without Representation.
Con questo motto, più di due secoli fa, i coloni di Sua Maestà britannica che si erano stabiliti nel Nuovo Mondo (le coste americane) cominciarono una protesta fatta di boicottaggi e azioni dimostrative che portò, nel giro di pochi anni, alla guerra d'Indipendenza ed alla nascita degli Stati Uniti d'America.
Il motivo della protesta erano i dazi, le imposte ed i monopoli che il governo di Sua Maestà andava imponendo per rimpinguare le proprie finanze, dissanguate dalle guerre contro Francia e Spagna, sia in Europa che nel nuovo continente, e per contrastare il contrabbando che si andava diffondendo tra i coloni, stanchi di dover pagare tributi alla Madrepatria anche per merci prodotte da loro stessi, ma che dovevano forzatamente procurarsi solo attraverso trasportatori o industrie inglesi.
La classica goccia che fece traboccare il vaso fu la "tassa sul the", istituita nel 1773, che portò alle azioni di boicottaggio nel porto di Boston: alcuni coloni, travestiti da indiani, versarono in mare i carichi di the di alcune navi provenienti dalla Madrepatria.
La sostituzione dei Governatori delle colonie e l'invio di soldati dall'Inghilterra non bastarono per fermare la Dichiarazione di Indipendenza del 4 luglio 1776, che portò, sette anni più tardi, al riconoscimento delle colonie da parte della monarchia britannica, come stati indipendenti.

Oggi come allora, quando c'è bisogno di raccogliere finanze fresche ed abbondanti, senza perdere il necessario consenso elettorale che garantise la rielezione, si colpiscono categorie di cittadini che non possono esprimere alcun tipo di giudizio su chi decide queste imposte.
Quindi, se da un lato il governo centrale cerca di attenuare o almeno di non aumentare la pressione fiscale sui cittadini (i famosi 80 Euro per i redditi più bassi), dall'altro sposta sui livelli amministrativi locali una parte della tassazione, concedendo la libertà alle Amministrazioni locali di abbattere la scure su categorie che non compromettono il loro consenso, applicando tariffe e tributi a livelli insostenibili, ma solo ai non residenti.

Ne sono prova le aliquote dell'IMU, della TASI, di altri servizi che comprendono l'acqua, i trasporti, i transiti in zone a traffico limitato, la tassa sui rifiuti eccetera, aliquote che spesso, per i non residenti, sono anche decine di volte superiori a quelle applicate ai residenti, dimostrando un accanimento quanto meno sospetto.

Questo blog nasce proprio da questa ingiustizia: vogliamo prima di tutto fare un censimento delle situazioni più abnormi e persecutorie; vogliamo capire quali siano le vie  migliori per rientrare nella normalità, con petizioni, raccolte di firme, fino ad arrivare anche ad una proposta di legge popolare, che consenta, a chi possiede degli immobili in un comune, senza averne la residenza, di votare per l'Amministrazione locale di quel Comune.

Aspettiamo perciò le segnalazioni dei lettori, l'adesione a questa campagna e l'impegno di molti che si trovano in questa situazione, per valutare e decidere assieme se e con quali strumenti vogliamo procedere.



2 commenti:

  1. Io so no abbastanza radicale su questo:
    1) Non solo niente tassazione senza rappresentanti (cioè senza poter votare)
    2) Ma anche niente rappresentazione senza tassazione (cioè, se non paghi tasse (nette rispetto a quello che ricevi) non voti.

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  2. Certo, condivido, ma qui il punto è un altro: non siamo contro le tasse, noi le paghiamo fino infondo, e anche salate. Solo che, dopo averle pagate, vogliamo esprimere il voto su chi quelle tasse ha deciso. Vedrai che cambieranno subito le aliquote ...

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